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Imprese e Decarbonizzazione: obiettivi e impegno

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Imprese e Decarbonizzazione: obiettivi e impegno

Solo una su cinque imprese italiane, ad oggi, ha adottato un piano per contrastare il cambiamento climatico, mentre solo il 17% ha stabilito obiettivi di riduzione delle proprie emissioni di gas climalteranti. Sono questi alcuni dei risultati dell’ultima ricerca “L’impegno delle aziende italiane per il net-zero”, condotta da Ipsos e dal Network italiano del Global Compact delle Nazioni Unite (UNGC), la più grande iniziativa di sostenibilità d’impresa al mondo. La ricerca è stata presentata lo scorso dicembre durante la COP28 di Dubai.

Sempre secondo lo studio, l’88% delle imprese italiane riconosce che la sostenibilità dovrebbe guidare tutte le decisioni aziendali, ma solo una su dieci afferma di avere una “chiara comprensione” del concetto di sostenibilità. Se si considerano unicamente le risposte delle aziende italiane aderenti all’UNGC, il 64% di esse ha sviluppato un programma per contrastare il cambiamento climatico (rispetto al 22% della media nazionale) e otto su dieci stanno misurando e calcolando le proprie emissioni (rispetto a una media nazionale di una su dieci).

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La ricerca mostra anche una coerenza tra le aziende che calcolano le emissioni e quelle che hanno stabilito obiettivi net-zero. Tra le aziende non aderenti al Global Compact delle Nazioni Unite, il 17% di quelle intervistate ha stabilito obiettivi di riduzione delle emissioni di gas climalteranti, ma solo una su dieci si impegna a raggiungere l’obiettivo net-zero o ha intenzione di farlo entro i prossimi due anni. D’altra parte, tra le aziende che partecipano al progetto dell’ONU, la percentuale di aziende con obiettivi di riduzione delle emissioni sale al 58%, con l’80% di esse che si è impegnato o ha intenzione di adottare obiettivi net-zero entro il prossimo biennio.

Limiti e barriere per le aziende

Un dato significativo emerso dalla ricerca riguarda gli ostacoli all’impegno ambientale. Per il 34% delle aziende si tratta di limiti economici rispetto agli investimenti necessari ad affrontare la transizione ecologica, per il 27% sono soprattutto ostacoli burocratici e per un altro 27% il problema principale è legato alla mancanza di figure professionali competenti. Per quanto riguarda le risorse umane dedicate alla definizione degli obiettivi di riduzione delle emissioni nelle aziende che non hanno sottoposto tali obiettivi a verifica, il 34% delle imprese ha una persona o un team interno dedicato a questa attività, mentre il 41% preferisce affidarsi a consulenti esterni.

Quali sono i settori industriali più attenti all’ambiente?

Guardando ai dati per settore in termini di conoscenza delle questioni ambientali, la ricerca evidenzia che la moda, l’alimentazione e le utilities sono i settori con il maggior livello di conoscenza. Al contrario, in settori come quello delle costruzioni (che ha un impatto elevato in termini di emissioni), le conoscenze sono piuttosto limitate e poco diffuse.

I settori automobilistico e delle utilities risultano essere i più consapevoli del valore in termini di competitività e reputazione derivante dall’adozione di comportamenti sostenibili da parte delle aziende. Per quanto riguarda l’impegno e le iniziative ambientali, il settore delle utilities si distingue per il suo impegno costante e strutturato, sia attraverso iniziative di contrasto al cambiamento climatico, sia attraverso iniziative di sensibilizzazione interne rivolte al proprio personale. Ciò si traduce in attività e impegni concreti, come il calcolo dell’impronta di carbonio e la definizione di obiettivi specifici di riduzione delle emissioni, validati dall’iniziativa Science Based Target (SBTi). Al contrario, il settore del commercio al dettaglio risulta essere il più indietro in termini di adozione di tali iniziative.