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Contratto EPC e CAM-EPC: cosa cambia con le ultime disposizioni
Contratto EPC e CAM-EPC: come cambia il Contratto di prestazione energetica e il rapporto tra ESCo e Pubblica Amministrazione con il Decreto del MASE
Da energivora, l’illuminazione pubblica per la smart city può diventare un alleato prezioso per abilitare servizi, partendo dalla gestione e sfruttamento dei dati. I dati sono “il nuovo petrolio”, ma vanno gestiti bene per essere sfruttati in modo da ricavare informazioni e tradurle in servizi.
Da qui è nato PELL (Public Energy Living Lab), un progetto ideato, coordinato e sviluppato da ENEA con un obiettivo preciso: promuovere un sistema di raccolta, organizzazione, gestione, elaborazione, valutazione e monitoraggio dei dati di identità e di consumo delle principali infrastrutture strategiche ed energivore urbane. Sono considerate energivore e non potrebbe essere altrimenti. Infatti, il costo dell’illuminazione pubblica si aggira fra il 15 ed il 25% del totale delle spese energetiche di un eEnte Locale e si può avvicinare alla metà di quelle elettriche, evidenzia FIRE. Inoltre, questa inefficienza è inversamente proporzionale all’intelligenza. Così l’Italia è prima in Europa per spesa in illuminazione stradale, ma solo il 3% degli impianti utilizza tecnologie smart.
Partito dall’infrastruttura dell’illuminazione pubblica, PELL ha sviluppato una piattaforma di monitoraggio e valutazione dell’impianto e delle sue prestazioni. Tutto questo è stato pensato come un modello funzionale all’avvio di processi di riorganizzazione urbana in chiave smart city.
Così oggi Public Energy Living Lab rappresenta sia una piattaforma nazionale di organizzazione e monitoraggio dei dati strategici di una delle principali infrastrutture urbane sia uno strumento di supporto per la Pubblica Amministrazione ai fini del processo gestionale della infrastruttura.
L’ultima evoluzione prevista è di estendersi agli edifici pubblici per aumentare la platea della raccolta dati ed estendere servizi ancora più funzionali.
PELL (Public Energy Living Lab) è una piattaforma informatica che attraverso la realizzazione di un censimento degli impianti operato tramite la “scheda censimento” sviluppata nell’ambito del progetto Lumière e rielaborata per lo sviluppo del PELL, avvia un processo di recupero, raccolta, organizzazione, gestione, elaborazione e valutazione dei dati tecnici e consumi degli impianti di pubblica illuminazione. La sua struttura risponde ad una logica di digitalizzazione delle infrastrutture pubbliche energivore che mira a trasformarle in smart grid, ovvero in reti intelligenti capaci di sfruttare appieno la digitalizzazione delle informazioni, mediante, spiega ENEA:
“il monitoraggio continuo, l’elaborazione in tempo reale degli input relativi ai consumi e prestazioni, la redistribuzione aperta delle informazioni aggregate e quindi la creazione di un canale di collegamento diretto tra amministratori e amministrati in merito ad alcune tipologie di informazioni”.
A proposito di illuminazione pubblica per la smart city, che ruolo e valore ha nel processo più generale della riqualificazione urbana in ottica di “città intelligente”? «PELL promuove uno standard minimo di conoscenza dell’infrastruttura IP e di valutazione delle sue prestazioni energetiche oltre a costituire la prima banca dati nazionale relativa ad una infrastruttura. In sostanza ha anticipato la transizione digitale delle infrastrutture ai fini di una loro gestione più efficiente trasparente ed efficace», spiega Nicoletta Gozo, coordinatrice del progetto. È lei a sottolineare come PELL costituisce un riferimento informativo importante per la definizione di politiche di sviluppo della infrastruttura IP oggi asset portante degli smart service e asset digitale per la raccolta e veicolazione dei dati.
Quale stimolo abbia fornito Public Energy Living Lab ai Comuni per rendere più “smart” l’illuminazione pubblica lo spiega la stessa coordinatrice: «PELL ha rappresentato un cambio di paradigma nel processo gestionale dell’illuminazione pubblica, introducendo un nuovo modello gestionale basato sulla digitalizzazione e condivisione dei dati di consistenza dell’impianto e valutazione del funzionamento. I Comuni hanno preso coscienza inoltre delle potenzialità di risparmio energetico, di innovazione del servizio e dell’utilizzo della infrastruttura».
A proposito di PELL, quali sono gli strumenti a disposizione di progettista e gestori? Nel front end della piattaforma, dopo che l’utente ha fatto il login, ha a disposizione due strumenti specifici: un tool di calcolo illuminotecnico per fare delle valutazioni orientative di ipotesi progettuali (che può essere usato dopo aver effettuato il censimento dello stato di fatto); un tool SAVE per effettuare la valutazione economica finanziaria di una ipotesi progettuale. «Quest’ultimo strumento può essere usato dopo aver effettuato il censimento dello stato di fatto ed avere delle ipotesi di riqualificazione da simulare», specifica Gozo.
A seguito del caricamento delle schede e della relativa sottomissione, saranno calcolati i KPI statici per valutare l’impianto. Una volta inviati i dati dinamici (dati elettrici ed energetici), saranno invece calcolati i KPI dinamici. «L’utente avrà una dashboard per selezionare cosa visualizzare (mappa della città e visualizzazione dell’impianto, POD, QE, Pali della luce ecc.) e visualizzare con i grafici i parametri monitorati ogni 30 minuti». Nella sezione download sono presenti tutti i documenti (linee guida, format, esempi di schede) per guidare l’utilizzatore nella compilazione delle schede. Tali documenti sono disponibili a tutti, anche a chi non è registrato. C’è poi un tool online per testare delle schede censimento in fase di redazione, in modo da verificare se l’utente abbia compreso le regole di compilazione.
Sul mercato esistono strumenti software in grado di aiutare il progettista e i gestori a seguire le linee guida PELL e agevolare il loro lavoro. Una di queste, per esempio, è Light Touch: si tratta di una piattaforma cloud per il rilievo, la progettazione e la gestione di impianti di pubblica illuminazione. L’ha realizzata la startup innovativa Huna, e risponde pienamente alle indicazioni messe in luce da Nicoletta Gozo:
«Nel front end della piattaforma, dopo che l’utente ha fatto il login, ha a disposizione due strumenti specifici: un tool di calcolo illuminotecnico per fare delle valutazioni orientative di ipotesi progettuali (che può essere usato dopo aver effettuato il censimento dello stato di fatto); un tool SAVE per effettuare la valutazione economica finanziaria di una ipotesi progettuale. «Quest’ultimo strumento può essere usato dopo aver effettuato il censimento dello stato di fatto ed avere delle ipotesi di riqualificazione da simulare».
A conferma della validità della piattaforma PELL, va segnalato che è stata scelta da Consip, la centrale acquisti della pubblica amministrazione italiana, per il monitoraggio dei consumi e la quantificazione dei risparmi nella pubblica illuminazione nell’ambito della Gara Servizi Luce 4 e che attualmente è oggetto di un’estensione da parte di ENEA agli edifici pubblici. Che contributo potrà dare la soluzione messa a punto dall’Agenzia Nazionale a questo proposito? «Consip ha sicuramente dato un impulso all’adesione al progetto e quindi alla valutazione dell’efficienza di un impianto e della sua ottemperanza alle norme vigenti – chiarisce Gozo – Più Comuni aderiscono, più saremo in grado di valutare la consistenza e lo stato dell’infrastruttura IP».
La piattaforma sta estendendo a edifici pubblici come scuole e ospedali il medesimo approccio gestionale valutativo e conoscitivo in modo da ampliare a più infrastrutture particolarmente strategiche alla transizione digitale o energivore lo standard minimo di conoscenza e valutazione e creare al contempo una banca data sempre più aggiornata in merito alle infrastrutture nazionali.
A proposito di illuminazione pubblica e smart city, il valore vero che ha colto ENEA e che ha voluto concretizzare nella realizzazione di PELL è la gestione dei dati. Un compito prezioso, ma delicato, che richiede precise competenze. Ed è qui che entrano in gioco gli utenti verificati. Soggetti che, attraverso una apposita procedura (PELL Verified), hanno dimostrato la capacità dei propri sistemi di produrre documenti conformi alle specifiche PELL. Solo i soggetti che compaiono nella lista pubblicata in questa pagina possono affermare di possedere un badge PELL Verified.
Il perché sia importante contare su realtà conformi alle specifiche PELL lo rileva la stessa coordinatrice del progetto: «raccogliere i dati e memorizzarli nella maniera più disparata comporta una perdita di valore del dato. Il dato vale solo se viene condiviso Per condividerlo bisogna usare sistemi interoperabili ed avere un linguaggio comune. Essere utente verificato significa fare parte di questo processo di interoperabilità e standardizzazione e non fornire un servizio al Comune ed al Gestore che sarà inutile perché valido solo entro i propri confini. L’utente verificato è nato su richiesta del mondo esterno che voleva poter essere garantito agli occhi dei clienti che investire in loro sarebbe stato utile oltre che fattivo».
Nella lista sono presenti aziende particolarmente focalizzate sull’ICT, spaziando dalla geographical intelligence ai servizi a valore aggiunto. Tra queste c’è anche la startup innovativa Huna, specializzata in soluzioni tecnologiche innovative per migliorare la gestione energetica dei contesti urbani e agevolare la trasformazione digitale in ottica smart city. Una giovane realtà, nata nel 2018 da due under 30, Santo Lico e Chiara Altieri, che ha avuto l’idea e l’ambizione di portare sul mercato una soluzione completa come Light Touch. «Essa è una piattaforma di gestione ma anche pensata per la progettazione, utile per tutti gli aspetti di pianificazione degli interventi e configurazione degli impianti», specifica lo stesso Santo Lico. Sono tutte tematiche che si ritrovano in PELL, la cui ambizione è favorire la raccolta dati sullo stato dell’arte degli impianti. «Questa ambizione si sposa con tecnologie come Light Touch e con i dispositivi Light Mate e Light Buddy, sempre creati da Huna – segnala Lico – Così il virtuale (gestione dati) si incontra col reale (infrastrutture fisiche), fornendo diversi benefici, dagli interventi puntuali al miglioramento delle performance energetiche e illuminotecniche, permettendo di fornire strumenti adeguati ai tecnici operativi».
Lo stesso co-founder della startup innovativa italiana sottolinea il valore di PELL: «più che uno strumento è uno standard mediante cui ENEA ha definito le procedure per la raccolta dati e quali informazioni devono contenere. Huna fornisce gli strumenti ideali per i gestori e i progettisti delle reti d’illuminazione pubblica per allinearsi alle richieste dell’Agenzia Nazionale. Lo facciamo grazie al fatto che a oggi siamo l’unico utente verificato che si occupa non solo di raccolta dati, ma anche di analisi dati e di controlli automatici tramite dispositivi dedicati al telecontrollo».