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ESCo per la transizione energetica: ruolo e opportunità

ESCo per la transizione energetica: ruolo e opportunità

Che ruolo hanno le ESCo nella transizione energetica, per promuoverne lo sviluppo e una piena diffusione delle rinnovabili e dell’efficienza energetica? È una domanda da porsi, in quanto per centrare gli obiettivi attesi al 2030 e al 2050 sia in termini di produzione di energia da fonti rinnovabili sia per ridurre le emissioni, anche le imprese, di ogni dimensione, devono fornire un importante contributo. Per questo, le Energy Service Company sono chiamate a svolgere un compito determinante. La crisi climatica impone scelte decisive che conseguono una decarbonizzazione progressiva per arrivare al traguardo “Net Zero” fissato dall’Unione Europea.

Energia e sostenibilità ambientale sono temi sempre più legati, ma c’è ancora molto da fare se si pensa che – stando ai risultati di una ricerca condotta da Assolombarda, Confindustria Lombardia e Banca d’Italia – solo il 12% delle imprese campione dell’indagine riesce ad autoprodurre da fonti rinnovabili oltre il 10% del proprio fabbisogno energetico e il 12% delle imprese dispone di impianti di cogenerazione.

Con questa consapevolezza operano le Energy Service Company per migliorare la situazione.

«Il nostro compito è quello di essere dei facilitatori per le imprese, aiutandole a centrare gli obiettivi previsti oggi e nel prossimo futuro. Sempre più spesso, mostrano interesse non solo per temi connessi all’efficienza energetica, ma anche per tematiche legate alla propria sostenibilità. Ridurre la propria carbon footprint è una priorità sensibile nelle grandi imprese», afferma Mauro Ferrero, ingegnere e Team Leader EPC projects per Trigenia.

ESCo per la transizione energetica ed ecologica

La transizione energetica (e, più in generale, quella ecologica) impone scelte decise. Lo sa bene Trigenia che lavora a fianco di aziende importanti in vari ambiti, dalla manifattura alla produzione di veicoli pesanti. «Oggi qual è la richiesta che pongono le imprese? Innanzitutto di fornire una guida, di assisterle nel raggiungere gli obiettivi fissati al 2050, riducendo l’impronta ambientale», racconta lo stesso Ferrero. Come si affronta questo passo? Adottando differenti strategie. Si parte dall’efficienza energetica, per ridurre i consumi di gas ed energia elettrica.

Se in termini di emissioni scope 2, ovvero quelle indirette, è possibile lavorare per ridurre la loro entità con misure virtuose o attraverso l’acquisto di Garanzie di Origine, nel caso delle emissioni scope 1 – quelle dirette generate dalle fonti di proprietà o controllate dall’azienda – è fattibile, ma più complesso. «Questa è la fase in cui viene richiesto alle ESCo un ruolo più sfidante – evidenzia Ferrero – Come affrontare il percorso specifico? Un primo intervento riguarda l’ottimizzazione dei consumi legati al gas. Accanto alla parte energetica, si può intervenire per sfruttare al meglio la parte termica, agendo sui recuperi di calore, individuando i cascami termici che vengono dissipati». L’energia termica entra in gioco in molteplici processi industriali. Tuttavia, spesso parte di questa energia viene persa a valle degli stessi processi senza essere recuperata: questi sono i cascami termici. «In questo caso, si possono sfruttare più fonti: penso al circuito di torre con l’acqua a 25 °C o ai fumi da macchinari di processo. Al recupero termico si deve abbinare una pompa di calore, tecnologia che offre più soluzioni adatte a ogni esigenza».

Oltre alla cogenerazione e alle pompe di calore è possibile impiegare le biomasse legnose per ridurre le emissioni. L’Italia, in questo senso, è potenzialmente ricca (un terzo della superficie nazionale è coperta dai boschi), ma non sfrutta abbastanza il suo patrimonio forestale che potrebbe fornire – con interventi mirati e ad alto valore di sostenibilità – un grande contributo. «Da sfalci e potature si potrebbe creare cippato per alimentare caldaie, contando su un combustibile più economico del gas e a ridotto o nullo impatto ambientale», segnala il Team Leader Trigenia Mauro Ferrero.

Ci sono poi altri aspetti ancora di frontiera: uno di questi riguarda l’idrogeno verde. Tuttavia il suo sviluppo è ancora embrionale.

Incentivi per efficienza energetica: il ruolo delle ESCo

Le ESCo per la transizione energetica delle imprese hanno un importante ruolo. Non solo: esse sono cruciali per permettere alle imprese di accedere agli incentivi per centrare gli obiettivi di efficienza e di sostenibilità. «Ci sono due scenari possibili: nel primo, l’azienda possiede il budget necessario per attivare gli investimenti necessari: in questo caso la ESCo individua le opportunità offerte, sotto forma di bandi regionali, europei e nazionali (PNRR) oppure cogliere le potenzialità offerte dai Certificati bianchi, strumenti di grande interesse, specie nel caso delle biomasse», segnala Ferrero.

Spesso però l’azienda non possiede un capitale da dedicare. «In questo caso l’ESCo deve farsi promotrice, proponendo il noleggio operativo tramite cui – a fronte di una determinata spesa – rende reperibile gli impianti utili oppure stipulando un contratto EPC».

L’Energy Performance Contract è una soluzione interessante, anche se ancora poco sfruttata: si tratta di un contratto di rendimento stipulato tra la ESCo e il cliente finale in cui la prima si impegna a investire per realizzare un sistema di efficientamento energetico, condividendo con il secondo il risparmio ottenuto, rappresentando un’opzione efficace per entrambe le parti. A questo proposito diventa fondamentale il monitoraggio dei consumi, condizione imprescindibile alla base dell’EPC.

C’è poi un’ulteriore opportunità che potrebbe profilarsi e fornire nuove opportunità per promuovere la transizione energetica: le comunità energetiche. «È un tema molto sentito e potenzialmente capace di aprire notevoli opportunità. Premesso che siamo in attesa del responso dell’UE sulla bozza di decreto emanato dal MASE, resta da comprendere, però, il ruolo della ESCo. Spero venga definito nel corpus normativo e che possa venire valorizzato il suo intervento», conclude l’esperto Trigenia.

Giornalista freelance specializzato in tecnologia e in modo particolare in tematiche che hanno un impatto significativo sulla vita quotidiana e su quella futura: smart energy, smart building, smart city.