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Energy assessment in azienda: i benefici di una pratica utile a tutti

Energy assessment in azienda: i benefici di una pratica utile a tutti

Avviare un percorso di energy assessment in azienda permette di analizzare in modo dettagliato le voci di consumo per programmare interventi utili per l’efficienza e la sostenibilità. È una pratica utile per conoscere meglio la propria impresa, che sia una Pmi o una grande azienda. Di quest’ultima categoria fa parte Iveco Group, uno dei principali attori mondiali nel settore del trasporto. Parliamo di un Gruppo specializzato nella progettazione, produzione e commercializzazione di un’ampia gamma di veicoli commerciali leggeri, medi e pesanti, ma anche motori industriali, veicoli speciali e tutti servizi finanziari correlati. Iveco Group ha chiuso il 2022 con ricavi consolidati pari a più di 14 miliardi di euro, in crescita del 13,5%.

È una realtà che da anni ha tracciato la strada verso la sostenibilità con una tabella di marcia precisa, che la vedrà puntare alla decarbonizzazione entro il 2040. Nella sua strategia di riduzione delle emissioni di CO2 si è data obiettivi sfidanti: intende ridurre le emissioni di CO2 al 2030 del 50% rispetto al 2019.

Per migliorare ulteriormente ha voluto intraprendere un processo di energy assessment che ha terminato da poco, e che le ha permesso di avere un’idea molto chiara di quanto la attende. Questa visione le potrà garantire di cogliere diverse opportunità, anche in termini incentivanti. Per riuscire ad affrontare questo cammino si è voluta fare guidare e consigliare da una realtà professionale come Trigenia.

È stata un’esperienza positiva, che ha voluto raccontare Giorgina Negro, Energy Dept. Director di Iveco Group (premiata come Energy Manager nel 2019 da FIRE).

Energy assessment in azienda: cos’è e cosa comporta

Prima, però, di illustrare il cammino di Iveco Group è bene partire da che cos’è l’energy assessment.

Secondo Stefano Dessi, Team Leader Energy advisory services di Trigenia, «è un processo che ha fondamentalmente due scopi, uno conoscitivo l’altro propositivo. Il primo si concretizza nella individuazione e definizione degli usi finali, dettagliati, dell’energia acquistata in un singolo stabilimento o in una realtà industriale, degli impatti emissivi; serve, inoltre, per comprendere dove viene allocato il budget energetico all’interno delle zone produttive, nei minimi dettagli. La fase conoscitiva fornisce già idee e indicazioni sia a chi svolge l’assessment sia al committente su quali sono le aree dove sarebbe più opportuno intervenire. È un aspetto che già permette di porsi interrogativi o a chiarire o scoprire aspetti fino ad allora non conosciuti».

Il secondo aspetto è volto a comprendere, nelle aree individuate dove si riscontrano maggiori opportunità, urgenze o spazi di migliorabilità, quali interventi industriali tecnici gestionali possono essere attuati. «Queste due finalità sono parte integrante del modus operandi di Trigenia che viene poi attuato nei casi specifici, personalizzandolo a seconda delle specifiche esigenze del cliente».

L’energy assessment, quindi, è una attività completamente personalizzabile mirata a una visione oculata e a 360 gradi. Per questo richiede di considerare tutti i processi, tutte le fonti di approvvigionamento, l’energia impiegata, tutti i vettori in gioco e le possibili azioni di intervento. «Il cliente può intervenire con focus specifici di natura di processo. Nel caso di Iveco è stata una visione orientata al saving di emissioni Scope 1, specificamente inerenti alla combustione di gas naturale. L’obiettivo è affrontare in modo prioritario tutte le fasi di processo industriale e per il riscaldamento degli ambienti che impiegano questo vettore energetico», specifica Dessi.

Da dove è partita Iveco Group

Giorgina Negro
Giorgina Negro

Fare energy assessment in azienda è un obiettivo molto sfidante se si parte dal fatto che Iveco Group è già una realtà virtuosa, certificata multi site ISO 50001 su tutti i suoi 22 stabilimenti. Questo significa aver già intrapreso azioni importanti come l’acquisto di energia elettrica da fonti rinnovabili con Garanzia di Origine. «I nostri sforzi si sono concentrati sulla riduzione delle emissioni derivate dal gas naturale – spiega Giorgina Negro –. Questo è decisamente impegnativo perché il gas naturale è utilizzato non solo nei nostri processi produttivi, ma anche per il riscaldamento dei nostri stabilimenti che hanno volumi molto importanti. Per questo non è stato facile individuare sul mercato il partner che soddisfacesse tutti i requisiti tecnico economici da noi richiesti, ma grazie alla collaborazione con il nostro dipartimento acquisti Trigenia è risultata essere la società in grado di soddisfare tutte le nostre esigenze e suggerire nuovi interventi che non avessimo ancora individuato». L’intervento non si è limitato a individuare progetti mirati all’efficienza per ridurre i costi energetici, ma è stato mirato a proporre interventi che possano permettere a Iveco Group di raggiungere gli obiettivi di sostenibilità, identificando nuove opportunità per innovare attraverso processi più efficienti, migliorare al contempo l’efficienza energetica e non solo, ottimizzando i processi produttivi e operativi.

Le fasi affrontate

Per quanto riguarda il percorso, la prima fase ha riguardato la creazione del perimetro energetico. Non solo in termini geografici, ma anche proprio come perimetro di intervento. Definito questo, si è stabilita la calendarizzazione dei sopralluoghi e svolte pre-interviste ai responsabili di impianto durante i quali è stata fatta una presentazione di Trigenia e dell’attività che si sarebbe condotta. Da qui si è avviata la condivisione dei dati di interesse e di tutta la documentazione già presente in termini di consumi e di informazioni tecniche delle linee o delle zone in cui si sarebbe voluto intervenire. Questo è avvenuto prima di entrare direttamente all’interno dello stabilimento.

Successivamente sono stati condotti i sopralluoghi in campo per la raccolta dati, effettuati in concerto da: Trigenia, l’Energy Department di Iveco Group e i responsabili di linea di processo degli stabilimenti interessati. A ciò è seguita la fase di individuazione e dimensionamento, richieste e offerte per individuare i costi di investimento proposti, valutazione dei possibili incentivi ottenibili e delle possibili riduzioni ottenibili in termini  energetici ed emissivi degli interventi per costruire sostanzialmente delle relazioni tecnico-economiche condivise con Iveco Group Ente centrale e stabilimento.

Cosa ha comportato l’intervento: i risultati e i benefici attesi

Complessivamente sono stati individuati 21 interventi su quattro siti in grado di comportare complessivamente un risparmio di energia elettrica quantificato in 13 milioni di kWh e 1.400.000 standard metri cubi anno, equivalenti a un consumo di uno stabilimento industriale di 3676 tep l’anno.

«Se si mettessero in atto tutti gli interventi si otterrebbe un risparmio in termini di emissioni evitate di 6300 tonnellate equivalenti di CO2», evidenzia Dessi.

Alcuni interventi comportano anche la possibilità di richiedere Titoli di Efficienza Energetica per 1500 tep all’anno.

Complessivamente gli investimenti sfiorano i 20 milioni, con un risparmio economico in bolletta stimato poco superiore a 4 milioni. A questi risparmi vanno aggiunte le opportunità, in termini di Certificati Bianchi, di valorizzazione della CO2 sotto forma di ETS e di fondi per l’incentivazione della transizione ecologica, regionali o nazionali, sui quali Iveco Group può costruire – anche in autonomia – il proprio piano di investimenti e il proprio budget, stabilimento per stabilimento anche per cogliere queste opportunità.

«I risultati sono stati esplicitati in un report dove Trigenia ha fornito un importante contributo a tutto quello che era la conoscenza dettagliata e approfondita riguardante le aree  produttive – ha spiegato l’energy manager di Iveco Group –. Sono stati evidenziati interventi migliorativi in termini di efficienza energetica, tenendo sempre in considerazione i costi necessari, e anche in termini di emissioni evitate, per affrontare e centrare gli obiettivi fissati anche in termini di sostenibilità». L’assessment si è concluso di recente e ha già permesso di preventivare specifici interventi ritenuti di interesse.

Al termine del processo, consiglierebbe di sottoporsi – anche in maniera volontaria – al percorso di energy assessment in azienda? «Certamente. L’energy assessment permette di conoscere in modo approfondito i consumi fin nei minimi dettagli. Partendo dalla nostra esperienza di società che da anni ha intrapreso un percorso di sostenibilità, in termini di decarbonizzazione e di efficientamento energetico, consiglio questo intervento a tutte le aziende, in particolare alle realtà che non hanno piena conoscenza del reale impatto dei consumi sui loro processi perché solo con questa consapevolezza è possibile migliorarsi. Inoltre, per avere una visione completa  è necessario affidarsi a realtà con adeguate competenze per accompagnare l’azienda nel proprio percorso di decarbonizzazione o, più semplicemente, di efficientamento dei processi», conclude Giorgina Negro.

Giornalista freelance specializzato in tecnologia e in modo particolare in tematiche che hanno un impatto significativo sulla vita quotidiana e su quella futura: smart energy, smart building, smart city.