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Efficienza energetica negli ospedali: ecco il Webinar gratuito on demand

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Efficienza energetica negli ospedali: ecco il Webinar gratuito on demand

L’emergenza sanitaria da Coronavirus ha fatto degli ospedali del nostro Paese enormi reparti infettivi, costringendo tutti gli impianti a lavorare, 24 ore su 24, 7 giorni su 7, al massimo della potenzialità. In questo quadro drammatico, l’attenzione all’efficientamento energetico e alla corretta gestione dei consumi non rappresenta il focus dei piani degli ospedali. Ma il ritorno a un regime di normalità dovrà ricalibrare lo scenario, per arrivare, entro il 2050, a un consumo di energia vicino allo zero (NZEB – Nearly Zero Energy Building), come da Direttiva europea sulla prestazione energetica nell’edilizia pubblica e privata.

Sul tema, giovedì 23 aprile si è tenuto il Webinar gratuito “Efficienza energetica nelle strutture ospedaliere: interventi e soluzioni per trasformarle in edifici a energia quasi zero”, organizzato dalla Redazione di LUMI4Innovation. Al tavolo dei lavori, Paolo Bianco, Energy Manager Azienda USL della Romagna; Fabio Fresi, Facility Manager presso Humanitas Gradenigo, Torino; Giuseppe Giordano, CEO di Enerbrain e Massimo Rovati, Direttore Tecnico Gruppo Siram Veolia.

Gestione energia negli ospedali: cosa è ambiato col coronavirus

Fabio Fresi racconta l’esperienza della clinica e dell’ospedale del Gruppo Humanitas di Torino, di cui è Facility Manager, spiegando come l’emergenza li ha costretti a riconfigurare intere aree delle strutture, per adattarle, nel minor tempo possibile, ai pazienti covid. Che cosa ha comportato questo dal punto di vista energetico?

“Abbiamo dovuto rivedere le strategie di regolazione delle temperature all’interno di quelle zone che prima erano ambulatori diurni e che hanno dovuto, invece, iniziare a lavorare h 24, 7 giorni su 7, con temperature più basse rispetto allo standard, per consentire al nostro personale e ai nostri operatori, vestiti con la massima protezione possibile, di lavorare in pieno comfort”

E, relativamente ai consumi, spiega:

“Il consumo di ossigeno è aumentato in maniera esponenziale, passando da una somministrazione che, in media, andava dai 5-10 litri al minuto, ai 50-60 litri al minuto per paziente. La situazione, certo, sta migliorando, ma credo che questa dinamica proseguirà nel corso delle settimane e dei mesi. Con l’emergenza, abbiamo smesso di controllare il consumo energetico dei misuratori. È vero che c’è stata una forte riduzione dell’attività chirurgica – se non nei casi di emergenza – e delle prestazioni ambulatoriali e di radiodiagnostica ma, parallelamente, c’è stato un aumento importante delle prestazioni per mezzo di apparecchiature portatili, eseguite al letto dei pazienti covid più volte al giorno, per seguire l’evoluzione della malattia. E questo sicuramente è andato a peggiorare il consumo specifico che avevamo anno per anno e che eravamo riusciti a migliorare, anno dopo anno. Vedremo, poi, a fine emergenza, di quanto”

 

webinar efficienza energetica ospedali
Un momento del Webinar sull’efficienza energetica negli ospedali

Coniugare efficienza energetica, sostenibilità ambientale e benessere del paziente

L’ospedale – con, al centro, il paziente, la sua patologia, il suo comfort – è un contesto unico nel suo genere. A sottolinearlo, Giuseppe Giordano, CEO di Enerbrain, il quale ribadisce l’importanza di una corretta gestione degli impianti di climatizzazione ospedalieri:

“In tutte le aree dell’ospedale, dagli ambulatori alle degenze, impianti di climatizzazione mal regolati portano spesso a temperature esagerate. E questo, oltre a un consumo eccessivo di energia, non è sinonimo di comfort. Anzi, al contrario, è sinonimo di proliferazione batterica”

Da qui, l’importanza di sistemi di controllo che, integrati a quelli già esistenti, mantengano i parametri di temperatura, umidità e qualità dell’aria entro valori prescritti dalla normativa e in grado di erogare un servizio che garantisca il benessere del paziente e, allo stesso tempo, efficienza energetica e sostenibilità ambientale.

“Presso il centro ospedaliero di S. Anna, a Parigi – in un padiglione di sette piani, di circa 10mila metri quadri, centinaia di posti letto e con un consumo, per quanto riguarda la climatizzazione, di circa 85mila euro l’anno – abbiamo installato sensori IoT in grado di monitorare temperatura, umidità e livelli di CO2. I dati rilevati dai sensori vanno direttamente in Cloud e poi, da qui, un motore di intelligenza artificiale costruisce un modello predittivo. Questa soluzione, in particolare, ci ha permesso di raggiungere risultati importanti, con un risparmio del 30% sulla bolletta, con circa 420 tonnellate di C02 non immesse nell’aria e parametri di comfort rispettati per oltre il 99% di utilizzo”

Cogenerazione e fonti rinnovabili per autoprodurre elettricità

Se è vero che, nelle strutture ospedaliere, il consumo energetico non si può negoziare, in quanto l’esigenza primaria è l’erogazione del servizio al paziente, e che, oltre agli impianti di climatizzazione, esiste un consumo elettrico importante e tutta una serie di apparecchiature (come le TAC, ad esempio) che assorbono centinaia di kW al giorno, ottimizzare i consumi si può. Come? Con l’autoproduzione di elettricità per mezzo di sistemi di cogenerazione e sistemi fotovoltaici che, insieme, sono in grado di garantire un’ottima copertura del profilo di carico di una struttura sanitaria.

In particolare, l’ospedale – fa notare Paolo Bianco, Energy Manager Azienda USL della Romagna – è l’ambiente perfetto per la cogenerazione. Come gli aeroporti, ad esempio, e i siti di produzione che lavorano su turni, non si ferma mai. Ha un fabbisogno continuo di calore, in estate, inverno, giorno e notte. Riguardo all’utilizzo di fonti di energie rinnovabili in ospedale, queste – aggiunge – si declinano in impianti fotovoltaici (rappresentano, in questo contesto, la fonte primaria) e in pompe di calore. Ma, in merito a queste ultime, avverte:

“Hanno una serie di difficoltà, legate al fatto che molti ospedali sono stati costruiti negli anni ’70, o ancora prima, con circuiti ad alta temperatura. L’efficienza delle pompe di calore dipende, dal punto di vista tecnico, dalla temperatura con cui devono lavorare: più questa è alta e meno sono efficienti. Dunque, per utilizzarle in ambito ospedaliero, si devono adottare degli accorgimenti, tra cui, ad esempio, il fatto di non affiancarle alle caldaie, come, invece, si fa nelle residenze private”

Monitoraggio e analisi in tempo reale di tutti i parametri ospedalieri

Quali sono, ai fini di una puntuale strategia di efficienza energetica, i vantaggi del monitoraggio e dell’analisi in tempo reale dei parametri di una struttura ospedaliera? Massimo Rovati, Direttore Tecnico di Siram Veolia, condivide con noi l’esperienza presso un ospedale in cui è installato un loro impianto di cogenerazione. Dall’analisi dei dati relativi all’impianto – ha spiegato – emergeva, in alcuni momenti della settimana, un’anomalia non rilevata in loco. All’analisi è seguito il sopralluogo con auditing, che ha permesso di individuare un ritorno mal connesso:

“Senza il monitoraggio e l’analisi dei dati da remoto, in tempo reale, da parte di un’équipe di esperti, probabilmente questa irregolarità non sarebbe mai stata corretta. E lavorare in real time consente di intervenire in tempi che possono essere ancora correttivi rispetto all’anomalia riscontrata”

Siram Veolia, a tale riguardo, mette a disposizione una piattaforma di monitoraggio dei dati  – provenienti dagli impianti dell’ospedale in tempo reale – che vengono elaborati e analizzati da un team di ingegneri, utilizzando strumenti di business intelligence e analytics. In caso di rilevazione di malfunzionamenti e guasti, segue la segnalazione e l’intervento sul campo. Conclude Rovati:

“In tutti gli ospedali esistono sistemi di supervisione degli impianti, gestiti da personale in loco, compreso il nostro. Chi opera sul posto, però, ha l’incombenza del quotidiano e difficilmente ha tempo di compiere un’analisi puntuale di tutti i dati e dei parametri in tempo reale. Affidare queste attività a un’équipe esterna di ingegneri specializzati, che non operano direttamente sugli impianti ma che, da remoto, attraverso una piattaforma ad hoc, mettono nelle condizioni di migliorarli e ottimizzarli, rappresenta un tassello in più del complesso mosaico chiamato efficientamento energetico”.