- Scenario
Monitoraggio energetico per le aziende: cos’è e come si fa
Il monitoraggio energetico permette di misurare i consumi e migliorare i risultati di risparmio energetico. Ecco come si fa e quali strumenti si utilizzano.
Per spezzare la catena dei contagi da coronavirus, l’Italia è chiusa in casa, le città sono blindate ed esercizi commerciali, uffici, aziende e molti centri produttivi del Paese hanno cessato la propria attività. Uno scenario che ha inciso in modo importante – in particolare, a partire dallo scorso 9 marzo, dopo il secondo decreto governativo – sui consumi di energia e, a catena, sulla domanda e sui prezzi di elettricità, gas e petrolio.
Che volto avrà, da qui a tre mesi, il settore? Come si organizzeranno le aziende per affrontare il nuovo corso storico? Ne parliamo con Rudy D’Amico, CEO & Founder di Aragon Invest, Energy Service Company.
“È difficile fare previsioni generali. Ogni azienda dovrebbe fare una propria previsione, analizzando i propri punti di forza e i propri punti deboli. Questo periodo di pausa forzata deve servire agli imprenditori a mettere in evidenza le proprie criticità e a individuare strategie di intervento. Analisi e soluzioni concrete, dunque”
Bisogna lavorare sulla predittività, col fine di prevedere, attraverso un’attenta analisi della propria impresa, la situazione futura. Il coronavirus ci sta insegnando questo, sottolinea Rudy D’Amico. Ma come si attua, nel concreto, tale metodologia?
“Ogni imprenditore si ponga la domanda, in modo critico, su come ha agito finora. Questo deve essere un momento di riflessione e di domande. Che cosa ho fatto finora per la mia azienda e come posso ripartire dopo la crisi? Come mi riorganizzo? E con quali risorse?”
È l’economia il vero nodo, fa notare Rudy D’Amico. Terminata l’emergenza sanitaria, per avviare la ripresa, sarà necessario attrarre risorse dall’uso razionale dell’energia. Ma, per fare questo, occorreranno investimenti. La domanda è una: i clienti ESCo saranno in grado di fare investimenti oppure dovranno essere le stesse Energy Service Company a dover intervenire?
“Da qui a tre mesi, il settore Energia merita di essere ulteriormente regolamentato, per ridare slancio alle imprese attraverso strumenti innovativi, ma anche mediante agevolazioni intese come esenzioni che permettano alle aziende di ripartire. Chi legifera e chi fa impresa dovrà viaggiare in parallelo, ma uniti, verso lo stesso obiettivo. Solo così ci sarà una rinascita, una sorta di nuovo Rinascimento, dopo la grave crisi che ha investito tutti”
La crisi coronavirus opererà una grande selezione. Chi sopravviverà – non importa che si tratti di un’azienda piccola, media o grande – dovrà sapersi differenziare nella sua offerta, nei servizi da proporre al cliente.
Lavoriamo tutti, ormai in modalità smart working, denominato anche “lavoro agile”. Agile perché flessibile, svolto dove si è più comodi e orientato ai risultati. Ma questo non vale per tutte le professioni. L’attività di una Energy Service Company, rimarca Rudy D’Amico, è fatta anche di servizi svolti all’esterno, di interventi presso i propri clienti:
“Il lavoro agile non deve poter avere a che fare solo con l’organizzazione interna all’azienda, ma deve prevedere anche le attività esterne quali, ad esempio, i servizi ai clienti, tradotti in progetti interoperabili tra gli attori necessariamente coinvolti. Quando prima parlavo di strumenti innovativi per le imprese, mi riferivo anche a questo, ovvero a soluzioni in grado di consentire alle aziende che, come le ESCo, vivono di interventi svolti sul campo, di lavorare da remoto per mezzo di tecnologie avanzate, facilitando anche quei compiti da svolgere sul posto”